Giornata dell'Innovazione e della Ricerca in Medicina Umana della Svizzera Italiana

Venerdì 8 settembre ho presentato un lungo studio che ho svolto alla Giornata dell'Innovazione e della Ricerca in Medicina Umana della Svizzera Italiana. Il lavoro era inerente lo stile di vita sano come fattore di prevenzione delle malattie mentali, condotto su un campione di più di 1'000 giovani nell'ambito del progetto Corona Immunitas Ticino. Lo studio è giunto alla conclusione che sufficiente attività fisica e un'alimentazione sana possono contribuire a ridurre le malattie mentali nei giovani in un periodo di crisi. Questo studio è un punto di partenza per tante altre ricerche che intendo effettuare sullo stile di vita sano come prevenzione dalle malattie poiché la prevenzione - sul lungo termine - porta a una netta diminuzione dei costi nonché a una società forte e resiliente. E questo potrebbe anche frenare l'attuale aumento esponenziale di malattie mentali tra i giovani.

Un sincero grazie va all'istituto di Salute Pubblica (IPH) dell'USI e alla Dr. Camerini che mi ha costantemente e con grande generosità e dedizione seguita. 

Conferenza stampa sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)

Lunedì 26 giugno 2023 insieme ai deputati Giorgio Fonio del Centro e Danilo Forini del Partito Socialista, ho tenuto una conferenza stampa sui disturbi del comportamento alimentare (DCA), tema a cui ho dedicato mesi e mesi di studio e che ho intenzione di approfondire negli studi accademici futuri. 


I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono malattie mentali invalidanti, potenzialmente fatali e assai costose che compromettono in modo sostanziale la salute fisica e alterano il funzionamento psicosociale.  La prevalenza di disturbi del comportamento alimentare è in esponenziale aumento, in particolar modo dopo la pandemia. L’indagine nazionale più recente che stima la prevalenza in Svizzera è stata condotta nel 2010 su 10'038 persone di età compresa tra i 15 e i 60 anni. Tale ricerca ha mostrato che i disturbi alimentari colpiscono circa il 4% della popolazione svizzera in un momento della loro vita, e l'1,1% soffriva di uno dei disturbi nel 2012. Non esistono a livello svizzero studi più recenti ma, secondo i dati dell’Inselspital di Berna, nel 2020 c’è stato un aumento di richieste di aiuto pari al 30%. Nei paesi europei limitrofi, successivamente alla pandemia di Covid, si è registrato un aumento di disturbi alimentari in media del 40%. Importante è stato pure l’aumento di tutti i disturbi alimentari non classificati, caratterizzati da un cattivo rapporto con il cibo e con il proprio corpo, pari in alcuni paesi addirittura al 75%. 

I DCA richiedono un trattamento specializzato da parte di un team medico competente. È cruciale iniziare la terapia quanto prima per ridurre il rischio di gravi complicazioni e per evitare che il disturbo diventi cronico. Inoltre, più si attende, più diviene complesso e prolungato il processo di guarigione. Non solo è essenziale garantire che chi ne è affetto riceva l'assistenza adeguata, ma sarebbe altrettanto auspicabile implementare efficaci strategie di prevenzione per limitare la crescita esponenziale dei casi. Parallelamente, è fondamentale promuovere programmi che contribuiscano a sensibilizzare l'opinione pubblica e a ridurre lo stigma associato, fenomeno che può ulteriormente aggravare i problemi di salute sia fisica che mentale. Inoltre, considerando l'aumento dei casi, un costante monitoraggio della situazione dovrebbe essere mantenuto.

Per quanto concerne la Svizzera, la percentuale di spesa sanitaria destinata alla prevenzione risulta notevolmente inferiore rispetto ad altri paesi dell'OECD, considerando anche l'alto PIL del nostro paese e le risorse economiche disponibili. La destinazione di fondi nazionali alla prevenzione non sembra rappresentare una priorità, e sembra essere una delle aree considerate per tagli di bilancio, specialmente durante periodi di crisi come quello attuale. Tuttavia, va notato che la Svizzera è uno dei paesi europei con il maggior numero di medici, infermieri e psichiatri. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che, nell'ottica economica, si tende a preferire gli investimenti nella cura piuttosto che nella prevenzione dell'insorgenza di patologie. Tale approccio, dal punto di vista economico, è discutibile in quanto gli investimenti nella prevenzione portano a lungo termine a una crescita economica più solida. 



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